Interventi e patologie


Questa sezione nasce per raccogliere articoli su procedure e patologie che riguardano il mio lavoro. 
Intanto pubblico qualcosa, preso dalle schede del mio sito internet, www.matteosalcuni.wix.it/endovascolare, dove ho raccolto le informazioni sulla mia attività in schema fisso. Nel blog, invece, la comunicazione diventa più dinamica, con aggiornamenti continui. 


In diverse patologie o alterazioni del quadro di salute, l'interventistica endovascolare ha introdotto metodologie all'avanguardia, in grado di curare il paziente in modo mininvasivo, a vantaggio di una ripresa e un ritorno alla vita di routine in tempi rapidi. 




I TUMORI EPATICI: CHEMIOEMBOLIZZAZIONE, ALCOLIZZAZIONE E RADIOFREQUENZA



Il radiologo interventista, per quanto concerne i tumori epatici, può giocare un ruolo importante, sia che si tratti di epatocarcinoma che di metastasi.
Nel caso dell'epatocarcinoma le linee guida prevedono la possibilità di curare attraverso l'intervento chirurgico classico, per l'asportazione del cancro o il trapianto di fegato, oppure di ricorrere a procedure percutanee, ossia mininvasive, quali l'alcolizzazione, la radiofrequenza e la chemioembolizzazione.
L'alcolizzazione consiste nell'introdurre attraverso un ago sottile piccole quantità di alcol al 98% all'interno del nodulo tumorale, sotto guida ecografica.
La radiofrequenza consiste nell'introdurre uno o più aghi all'interno del nodulo epatico e di "bruciare" le cellule neoplastiche mediante il calore.
La chemioembolizzazione, infine, consiste nell'introdurre un catetere di 1 o 2 millimetri all'interno delle arterie che vascolarizzano il tumore e di somministrare in loco i farmaci chemioterapici, evitando che il prodotto viaggi anche nella parte sana del corpo.
Nel caso delle metastasi il radiologo interventista può ancora una volta intervenire con una procedura simile a quella della chemioembolizzazione e della radiofrequenza, andando a colpire in maniera mirata le cellule metastatiche e salvaguardando il quadro di salute complessivo del paziente.




Varicocele
sclerotizzazione



Il varicocele è la dilatazione e incontinenza della vena spermatica interna, con flusso di sangue invertito o stagnante al suo interno, e conseguente dilatazione del plesso venoso pampiniforme, che si trova attorno e sopra al testicolo.  A volte ne deriva un aumento della temperatura testicolare e/o la produzione di alcune sostanze, che possono avere un riflesso negativo sulla vita degli spermatozoi e quindi compromettere la fertilità maschile. 
In altri casi il varicocele provoca solo un senso di pesantezza all’emiscroto senza alterare il numero e la vitalità degli spermatozoi.


A provocarlo è una dilatazione eccessiva delle vene intorno al testicolo, più frequentemente di quelle localizzate nel testicolo sinistro, 85 per cento dei casi.

Il trattamento può consistere nell’intervento chirurgico, che viene eseguito in anestesia locale dall’urologo, o una piccola incisione a livello sub inguinale per andare a legare le piccole vene del plesso pampiniforme interessato. Altra procedura a disposizione è  il trattamento endovascolare o sclerotizzazione, anch’esso eseguito in anestesia locale, che consiste nel trombizzare, ossia chiudere, le vene del plesso pampiniforme e la vena spermatica interna, che collega detto plesso alla vena renale a sinistra e alla vena cava inferiore a destra.
Riassumendo due sono le opzioni terapeutiche per il varicocele sintomatico:
    la prima opzione è endovascolare mediante la scleroembolizzazione ed embolizzazione percutanea, che viene eseguita da un radiologo interventista
    La seconda opzione è la legatura della vena spermatica eseguita dal chirurgo o dall'urologo.

Il paziente viene dimesso dopo circa un’ora dall’intervento e deve evitare di fare sforzi prolungati nei 15-20 giorni successivi alla procedura.

Il varicocele femminile ha stessa eziologia e dà dolore pelvico cronico. Il trattamento terapeutico segue la stessa linea di quello utilizzato nell'uomo.

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